The Shield - I Narcocorridos

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themiracle
view post Posted on 8/12/2005, 15:04




Nella puntata 3.07 Canzoni di morte viene introdotto il fenomeno dei narcocorridos, chi guarda Csi si ricordera' che anche Grissom e i suoi avevano indagato su questi cantanti messicani che compongono canzoni che trattano di crimini realmente avvenuti.

Da repubblica del 17 febbraio:

"CANZONI di droga. Canzoni per celebrare le gesta del "Padrino", dei signori del narcotraffico, dei poliziotti corrotti. Dedicate a Pablo Escobar, il re degli stupefacenti, a tutti quei personaggi la cui fama ha oltrepassato i confini non solo geografici ed è entrata come un fulmine nella storia delle "celebrità" e nelle rievocazioni epiche dei narcocorridos. Come le ballate di Robin Hood e di Jessie James, come Butch Cassidy e Sundance Kid, i narcocorridos sono per il popolo messicano una maniera di tributare lodi ai propri eroi. Canzoni che osannano figure più o meno discutibili della storia e della cronaca che sono diventate in breve tempo il nuovo fenomeno musicale dell'America Latina.

Un'epopea del Messico più vero, coraggioso e leale, duro e contemporaneamente innocente, quello che ha fame e che sopravvive in una tradizione sospesa fra antichi re del sole e moderni campesinos. L'ascesa nelle classifiche dei dischi più venduti ed ascoltati è fortissima e sta preoccupando non poco il governo messicano.

I narcocorridos fanno paura. Tanto da riunire in seduta straordinaria il Parlamento allo scopo di varare una legge che li proibisca. Tanto da far scomodare il Presidente Vicente Fox che ha dovuto fare un appello alla radio nazionale messicana affinché si tenti di ridurre la diffusione e la vendita di tali canzoni. C'è perfino chi tenta di boicottarli togliendoli dagli scaffali dei negozi e dalle programmazioni radiofoniche. Ma niente da fare. I dischi del genere, a dispetto di tutto, volano in classifica, su su fino al primo posto. Gli stadi si riempiono, milioni di persone li cantano.

Del resto l'idea di cantare attraverso una ballata fatti di cronaca o leggende, non è nuova in Messico. Il genere musicale corrido che affonda le sue radici nella romanza spagnola ha sempre raccontato per tradizione, fin dall'inizio del Novecento, storie riprese dalla vita di tutti i giorni, o dai ritagli di giornali e trasformate. Così come in Italia Fabrizio De Andrè ha fatto con la "Canzone di Marinella", nata dopo che il cantautore lesse sul giornale della morte di una giovane donna affogata a Genova.

Il narcocorrido non è altro che la derivazione "naturale", l'ultima incarnazione della forma più tradizionale della canzone popolare messicana. Gruppi come la banda sonora Perdita Durango, o i fratelli Hernández che hanno prodotto 30 dischi e venduto migliaia di copie senza pubblicità convenzionale, sono gli idoli del mercato. Più di tutti i Tigres del Norte, gli autori di "Jefe de Jefes". Ovvero il boss dei boss: "Sono il boss dei boss/mi rispettano a tutti i livelli/ né il mio nome né la mia fotografia/ non troverete mai sui giornali/ perché i giornalisti mi amano/altrimenti perdono la mia amicizia", dicono alcuni versi della canzone.

Sono loro i più temuti dal governo, ma sono loro che regolarmente riempiono gli stadi dal Messico alla Colombia. O come il gruppo folcloristico Los Tucanes di Tijuana. Il loro ultimo cd ha venduto più di due milioni di copie. In un recente concerto, più di 2000 giovani fan del gruppo hanno applaudito la canzone "La Pinata", che parla di una festa di trafficanti in cui viene offerta una pentola piena di bustine di cocaina: "La torta non era di farina/ era una torta colombiana servita su piatti con cinque o sei grammi ciascuno/ Se vuoi avere una pinata, io ho le bustine per te".

Secondo Rene Villanueva, storico musicale, "i narcocorridos sono un'orribile perversione della cultura messicana". Ma il tema resta, soprattutto quello della narrazione intesa come racconto: ballate, gesta, storie leggende. Così affascinanti da sedurre perfino l'ex giornalista Arturo Pérez-Reverte autore del libro La Regina del Sud. Un intero romanzo costruito come un narcocorrido che racconta la vita di Teresa Mendoza protagonista indiscussa del trasporto della droga che entra in Europa dal Mediterraneo proveniente dalla Colombia e dal Marocco.

Ma questo genere non è solo celebrazione di polveri bianche e erbe allucinogene, è anche denuncia contro i corrotti. Così la notizia dell'arresto nell'aprile scorso di più di 100 poliziotti in Baja California, fra cui il capo della polizia municipale di Tijuana, accusati di complicità con i narcotrafficanti, diventa pura ispirazione per lanciare sassi aguzzi sulla faccia dei potenti. Il governo si preoccupa, ma la fama dei narcocorridos oltrepassa l'Atlantico a dispetto delle ostruzioni e dei divieti. "

Un po' come lo snuff in musica ..voi che ne pensate?
 
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summer94
view post Posted on 27/4/2006, 22:05




Ritengo che nonostante sia estremo e' comunque un' espressione d'arte che punta il dito su di un disagio sociale.
 
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1 replies since 8/12/2005, 15:04   913 views
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